Gli allergeni inalanti più comuni in Italia
Allergie e ambiente sono indissolubilmente legati. Per poter indurre un’allergia inalatoria (oculorinite, asma bronchiale) pollini, muffe, derivati epidermici di animali, acari della polvere devono essere largamente rappresentati nell’ambiente in cui viviamo. In altre parole, sarà ben difficile diventare allergici a piante o animali che non vivono nel nostro paese.
L’ambiente, con il suo ciclo di stagioni e le variabilità climatiche, ovviamente condiziona il tipo e la quantità di allergeni presenti nell’aria. Ad esempio, l’impollinazione delle Graminacee avviene tipicamente in primavera e nella tarda estate; in montagna, tuttavia, le Graminacee, per via dell’altitudine, tendono a impollinare tardivamente, anche in inizio estate, esponendo l’eventuale escursionista “di pianura” ad una recrudescenza della sintomatologia. Inoltre, inverni miti e caldi favoriranno un anticipo delle impollinazioni, piogge abbondanti e caldo estremo le abbatteranno.
Esistono, poi, pollini, come quello della Parietaria, che vengono prodotti durante tutto, l’anno, compreso l’inverno. Particolare è la situazione degli acari della polvere di casa, riscontrabili negli ambienti chiusi in tutti i periodi dell’anno, ma che, grazie al caldo – umido, tendono a riprodursi maggiormente in primavera e autunno.
Infine, non tutti i pollini sono presenti in tutte le nostre regioni: la betulla è tipicamente presente in nord Italia, mentre peculiari del centro – sud Italia sono il Cipresso e la Parietaria Judaica. Passiamo ora in breve rassegna le principali specie/famiglie causa di allergie inalatorie.
ALLERGENI STAGIONALI
Graminacee.
Le graminacee, da un punto di vista allergologico, formano una famiglia abbastanza omogenea. Logliarello, gramigna, codolina, festuca, mazzolina, erba canina, bambagiona sono strettamente imparentate tra loro, generando quindi una “reattività crociata” tra le varie specie. Impollinano in primavera. In settembre si verifica un secondo picco di impollinazione. In montagna la loro impollinazione è ritardata. Le modificazioni del clima stanno portando ad un anticipo e ad un’estensione del periodo di impollinazione.
Cipresso
Il cipresso è tipicamente presente nel centro sud Italia, in cui è responsabile di quelle sintomatologie che sono solite presentarsi nei mesi di gennaio e febbraio, quando cioè ricorre il picco di impollinazione.
Betulla
E’ presente in modo quasi esclusivo in nord Italia, particolarmente nelle zone di bassa montagna. Impollina in primavera. Eppure, la positività alla
betulla riscontrabile nelle prove allergiche (prick test) non è inusuale in soggetti che risiedono in centro sud Italia. Invero, il polline di betulla è il
prototipo delle reattività crociate con specie botaniche non strettamente imparentate: contiene infatti alcune proteine (Bet V1 è un PR10; Bet V2 è
una Profillina) che sono presenti anche in polline di nocciolo, faggio, ontano, quercia, ecc. Per questa ragione l’allergologo, qualora riscontri una positività alla betulla in soggetti che non abitano in luoghi in cui le betulle sono presenti, dovrà pensare ad una reattività indotta da altri alberi (come il nocciolo). Inoltre, il trovare contemporaneamente nei pazienti una positività a molti pollini di alberi, tra cui la betulla, indicherà implicitamente una condizione di allergia crociata tra PR10 o tra Profilline e non un’allergia “genuina” al singolo polline verso cui è stata rilevata la positività. Questo fatto non è senza conseguenze per la terapia. Il vaccino è infatti di scarsa o nulla utilità nelle allergie crociate. Una curiosità: i PR10 e le Profilline della betulla sono molto simili a quelle contenute in alcuni tipi di frutta: mele, pesche, ed altre rosacee. Questo spiega perché molti Inglesi allergici alla betulla lo sono anche alla mela e perchè alcuni
Italiani allergici alla mela sviluppano rinite quando si recano in Inghilterra…
Olivo
Presente abbondantemente in centro sud Italia, è causa frequente di allergie primaverili. E’ strettamente imparentato con il frassino. Molto
spesso si accompagna all’ allergia con le Graminaceee (con cui, tuttavia, non ha reattività crociata).
Nocciolo
Pianta praticamente ubiquitaria, meno frequente nelle Isole. Impollina in primavera. Il suo polline è simile a quello del noce. Come sopra esposto, alcune proteine presenti nel suo polline sono assai simili a quelle del polline di betulla, rendendo quindi ragione delle reattività crociate. Al prick test, positività isolate a noce e nocciola con negatività alla betulla saranno da intendersi come “genuine” e quindi suscettibili di terapia ipo sensibilizzante. L’allergia, infatti, sarà stata evocata da altri tipi di proteine presenti nel polline, ma non da PR10 o da Profilline.
Quercia, Ontano, Faggio, altri alberi comuni
Impollinano in primavera. Valgono le stesse considerazioni fatte per il nocciolo
Frassino
Imparentato strettamente con l’Olivo, con il quale sono possibili reattività crociate. Impollina in primavera.
Ambrosia
Pianta estiva, di origine americana. Il suo polline, trasportato con gli aerei, all’inizio colonizzò le zone peri aeroportuali. Ora è largamente rappresentata nell’ambiente.
Artemisia
Pianta estiva, più tipica del centro sud Italia. Il suo polline contiene Lipid Transfer Proteins (LTP) molto simili a quelli contenuti nella pesca. Per questo motivo è sempre bene approfondire la possibile coesistenza nel paziente di entrambe le allergie.
ALLERGIE PERENNI
Parietaria
Conosciuta anche come “palatana”, è presente sui muri e sui margini delle strade. La specie Parietaria Judaica è più rappresentata in centro – sud Italia, mentre la Parietaria Officinalis è prevalente nel nord Italia. Le due specie sono comunque correlate strettamente tra loro, con conseguente reattività crociata. Impollinano durante tutto l’anno.
Acaro della polvere
Il nome scientifico è Dermatophagoides pteronyssinus. Altra specie molto comune è il Dermatophagoides farinae. Le loro feci e le parti del corpo in
decomposizione sono molto allergizzanti. Sono presenti tutto l’anno, ma si replicano abbondantemente con il caldo umido e quindi in primavera.
Vivono nelle nostre case, particolarmente nei materassi, e si cibano di forfora umana/animale e di resti di cibo inavvertitamente caduti a terra.
Per queste ragioni l’allergico agli acari deve vivere in una casa “spartana”, senza moquette, tappeti e tendaggi pesanti. Qualche consiglio: evitare di
mangiare a letto; usare coperte sintetiche; pulire frequentemente la casa con aspirapolvere e/o stracci umidi. Materassi e cuscini in latex
“scoraggiano” la loro colonizzazione da parte degli acari. Una curiosità: se si diventa allergici alla tropomiosina degli acari (Der P10, una proteina
muscolare), si può essere allergici anche a gamberi, gamberetti, crostacei e lumache, tutti contenenti la stessa tropomiosina.
Gatto e Cane
La saliva ed i derivati epidermici di questi animali possono essere causa di allergia. Sono ora disponibili vaccini abbastanza efficienti. Non esistono razze canine o feline realmente non allergizzanti. Una curiosità: eventuali positività alla proteina del gatto Fel D1 e/o del cane Can F5 suggeriscono che sia meglio “adottare” un cane o un gatto femmina.
Alternaria
E’ una muffa prevalentemente presente in ambienti esterni. E’ trasportata facilmente dal vento ed è riscontrabile in ogni periodo dell’anno, con picchi in primavera ed in autunno.